QUOTA:1237 m s.l.m.
È la prima delle contrade della Val Lunga che da qui si presenta nella sua caratteristica conformazione: un andamento lineare con lieve pendenza e percorsa dal torrente Tartano con ben riconoscibili gli agglomerati sparsi; i ripidi versanti, coperto da scure abetaie fin dal fondovalle il sinistro, solare e prativo il destro, disseminato di baite fino al ciglio di altre abetaie e lariceti; sopra ancora gli alpeggi e la corona delle creste e delle cime; la parte finale nascosta dall’andamento della valle; una visione alpestre di rara suggestione. La Valle, vien subito da osservare, non ha una gran estensione di prati e vien da pensare alla fatica di dover approvvigionare tutto il fieno sufficiente a mantenere il numero di mucche necessario a sfamare la famiglia; pratica comune in tutta la Val Tartano era quella di integrare il fieno raccolto nei prati con quello selvatico (la cèra), che veniva raccolto nei luoghi più scomodi e impervi usando un falcetto corto, il scighèz (non rari erano gli incidenti anche mortali, alcuni di essi segnalati da piccole croci di ferro ancora visibili). La contrada, a valle della rotabile costruita nel 1982, era attraversata dalla mulattiera, lungo la quale sono dislocate la maggior parte delle abitazioni; scendendo fin quasi al torrente, si è concentrata la maggior parte delle baite. Gli edifici adibiti ad abitazioni sono in muratura mentre le baite, alcune miste in legno a blokbau, tipiche della Val Tartano, sono in genere in muratura col frontone e la tamponatura in legno. Anticamente vi abitavano una trentina di abitanti in otto famiglie mentre, negli anni ’60 del secolo scorso, erano sei.
Nel 2002 se ne andò anche l’ultima e fino al 2014 vi visse stabilmente un solo abitante. Dagli anni ’80 del secolo scorso è in atto un ammodernamento ed una riconversione edilizia che ha coinciso con l’esodo dalla montagna e l’abbandono della storica attività dell’allevamento del bestiame. Attraverso la frequentazione delle seconde case gli oriundi, hanno mantenuto un affezionato legame con i luoghi. Nel centro del nucleo abitativo è presente una cappella votiva, commissionata dalla Famiglia Gusmeroli e restaurata all’inizio del 2000, che costudisce una croce in ferro ed una statuetta della Beata Vergine. Sulla facciata di una delle case è presente un affresco del XVII secolo, raffigurante la Madonna con Bambino e due santi, S. Carlo Borromeo e S. Floriano di Lorich, protettore da alluvioni e incendi.
SUOR MARIA LAURA (TERESINA) A TARTANO
Nei suoi primi mesi di vita e durante i periodi estivi, Teresina stava anche in questa contrada dalla zia Felicita, sorella di mamma Marcellina. La cugina Maria Bulanti la ricorda in questi prati mentre aiutava a rastrellare il fieno e prima che si facesse suora mentre studiava per i suoi esami. Era vestita con abito nero senza maniche e sotto una camicia bianca. Tutte le mattine andava a messa a Tartano con la zia Felicita.