QUOTA: 1445 m. s.l.m.
Si trova nel mezzo di un ampio e ripido versante prativo a valle dell’alpeggio Canale, sopra il fondovalle, subito a sud del Dosso dei Principi e da questo separato da un canalone da cui periodicamente scende una valanga di grosse dimensioni (il “vendől de Cói”). La contrada, un tempo conosciuta con il nome di Sparavera, ha subito alcune ristrutturazioni, ma conserva la sua struttura originale. Da uno “Stato delle Anime” del 1696 sono registrati tre famiglie e ventiquattro abitanti. Negli anni ’60 del secolo scorso era ancora abitata da sei famiglie. Dagli inizi del 2000 è frequentata solo d’estate e la cura dei prati, man mano, sta lasciando posto al solo uso della seconda casa da parte degli oriundi. A differenza della maggior parte delle altre contrade della valle, la consistenza edilizia è qui maggiore grazie alla maggior disponibilità di territorio. Pare sia stata colonizzata da contadini e minatori di ferro provenienti dalla Bergamasca. A conferma dell’importanza che essa rivestiva nei primi secoli della sua Storia, rimane la testimonianza della chiesa dedicata a S. Giovanni e a S. Antonio, risalente al XII secolo, che risulta essere la più antica della Val Tartano; sul lato ovest della chiesa, si trova un affresco votivo raffigurante S. Antonio Abate e S. Giovanni Battista. A lato del nucleo residenziale, si trovano delle baite in legno a blokbau, che non sono state però sufficienti a coprire il fabbisogno della comunità. Altre baite distanziate tra loro, sono infatti distribuite sull’intero versante a dimostrazione che la numerosa popolazione ha dovuto conciliare lo spazio e le risorse disponibili con la razionalità degli spostamenti (la stessa razionalità con cui è stato risolto il problema della distribuzione delle contrade sul territorio). Una di queste riporta, scolpito nel colmo, come data di costruzione, il 1793 (la più antica della valle riporta la data del 1619). Queste baite sono quindi molto più recenti, sia della chiesa che delle abitazioni in muratura . La datazione delle baite in legno a blokbau in Val Tartano va dal 1600 alla metà del 1500. È poco ipotizzabile ne siano state costruite prima perché l’attività principale era allora l’estrazione del ferro che richiedeva grandi quantità di legname per far funzionare i forni fusori del primo trattamento; semmai il sistematico disboscamento preparò la successiva formazione dei pascoli e l’avvento prevalente dell’attività agricola con l’allevamento del bestiame. Rimane la domanda di come si sia potuta sviluppare la tecnica del blokbau, qui in Val Tartano e, solo qui, con modalità costruttive del tutto originali ed in modo sistematico su tutto il territorio coperto da abeti o larici (la presenza di boschi di abeti e larici non è prerogativa solo della Val Tartano).